Quando facevo i miei primi spettacoli professionali come attore, stavo tutto il tempo delle prove ad osservare i miei colleghi, specie quelli più anziani, per carpire delle informazioni su come riuscivano a fare determinate scene, ad urlare, a ridere, a piangere, a trovare un ritmo preciso nel parlato e nei movimenti.
Quello che mi colpiva è che c’erano degli attori che sapevano attirare l’attenzione in modo magistrale.
Durante gli spettacoli, quando non era il mio turno, stavo sempre dietro le quinte e li osservavo respirare, dialogare tra loro, ascoltare il pubblico, giocare la loro partita.
E da quell’osservazione ho colto dei trucchi per parlare in pubblico che poi ho sperimentato nella mia pratica sul palcoscenico e come formatore.
Di solito un attore o un qualsiasi professionista custodisce gelosamente i trucchi del mestiere perché sono delle conquiste che hanno significato sudore, fatica, tempo, volontà, pensiero, prove, frustrazioni, brutte figure e illuminazioni.
Oggi voglio andare controcorrente e condividere con te 2 trucchi che utilizzavano quei colleghi attori che possono essere utili per chi parla in pubblico. Riguardano entrambi l’utilizzo delle pause.
La pausa ha un grande potere.
Oggi qui voglio spiegarti 2 cose: come far respirare con te il pubblico e come farlo rimanere in sospensione attaccato alle tue parole.
Deciderai tu come utilizzare queste due tecniche a seconda di ciò che ti serve.
La tecnica si basa sul fatto che istintivamente chi ci ascolta è portato a respirare come respiriamo noi oratori. Quindi dobbiamo porre molta attenzione a questo aspetto e gestire la respirazione a vantaggio della nostra comunicazione.
1 Pausa/respiro.Si tratta di una pausa in cui l’oratore respira consapevolmente. È utile per far respirare anche il pubblico, per metterlo a suo agio e per inculcare un concetto nella mente di chi ti ascolta.
Se ti accorgi che stai andando troppo veloce e ti interessa invece che il pubblico sia rilassato e a proprio agio, è il momento di utilizzare questo tipo di pausa.
Quindi ti consiglio:
Esempio. “La cosa più importante che ho scoperto è che quando parliamo (pausa/respiro) respiriamo con la bocca (pausa/respiro).
In questo modo ho sottolineato il concetto “respiriamo con la bocca”. L’ho fatto creando una bella sensazione negli ascoltatori.
Esempio. “Questo è tutto per il primo argomento (pausa/respiro). Il prossimo tema che trattiamo ora…”
Non è semplice da gestire questo genere di pausa, soprattutto se sei una persona che parla velocemente. Questo perché il tempo percepito dall’oratore è molto diverso da quello percepito dall’ascoltatore.
Quella che per l’oratore è una pausa lunga, per l’ascoltatore invece potrebbe essere troppo breve!
Per questo ti invito a contare dentro di te almeno 4 secondi.
Così sarai sicuro di avere fatto una buona pausa.
2 Pausa/apnea.Si tratta di fare la pausa e rimanere in sospensione senza respirare.
È utile per richiamare l’attenzione e creare suspense.
Si usa per raccontare storie e per mettere in evidenza singole parole e concetti.
Non respirando, l’oratore indurrà gli ascoltatori a rimanere attaccati alle sue parole.
Spesso questa pausa viene fatta dopo aver pronunciato una frase in tono ascendente, come se ci fosse una virgola.
Esempio. “Quello che mi è successo ieri sera (virgola - pausa/apnea) venendo qui (virgola - pausa/apnea) è qualcosa di agghiacciante.”
Potete trattenere il respiro (e di conseguenza la pausa) per quanto volete.
Calibrate la durata della pausa vedendo le reazioni degli ascoltatori.
Questi trucchi ti portano ad utilizzare le pause in modo consapevole. Utilizzare bene le pause conferisce subito sicurezza, presenza e autorevolezza.
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Parla e cambia il mondo!
Luigi